Le varie tipologie di utilizzo del sale

Il sale è anzitutto un esaltatore di sapidità usato in tutte le tradizioni culinarie conosciute ed è ampiamente sfruttato nell’industria conserviera sia come ingrediente sia come mezzo di conservazione dei cibi. Quest’ultima proprietà è dovuta all’effetto disidratante che il sale ha sui materiali con cui viene a contatto, da cui estrae l’acqua per osmosi.
Sale da cucina addizionato di elementi particolari può essere prescritto per curare o prevenire alcune malattie (ad esempio il sale iodato per il gozzo o addizionato di cloruro di potassio per l’ipertensione).

Il sale è anche un reagente usato in chimica, ad esempio per migliorare la precipitazione dei prodotti al termine di una saponificazione. Un uso importante nell’industria chimica è come materia prima negli impianti cloro-soda, in cui viene eseguita l’elettrolisi della salamoia di cloruro di sodio per ottenere cloro gassoso, idrogeno e soda caustica, tutte materie prime fondamentali per l’industria chimica.

Il sale trova impiego anche come anti-gelo: sparso sulle superfici ghiacciate, ne provoca lo scioglimento, dato che una miscela di ghiaccio e sale forma un eutettico il cui punto di fusione è inferiore a −10 °C.

Il sale agisce come dissipatore di calore, perciò è anche utilizzato insieme con agenti anti-agglomeranti come materiale primario per estintori.

Un notevole utilizzo, inoltre, si prospetta nel settore energetico. Per il suo elevato calore di fusione è possibile immagazzinare 259 kWh/m³ di energia termica a temperatura costante.

Sale marino: evaporazione solare

È la forma più antica di produzione di sale marino, fatta in stabilimenti detti saline. Viene fatta solitamente a partire dall’acqua di mare, che viene raccolta in vasche impermeabilizzate di grande estensione e bassa profondità; l’acqua di mare staziona nelle vasche e, per effetto dell’irraggiamento solare, la salamoia si concentra. Poiché durante la concentrazione si verifica la precipitazione di sali diversi dal cloruro di sodio, la salamoia stessa viene trasferita, col crescere della concentrazione, a vasche diverse. Le prime vasche, in cui non si ha precipitazione, sono dette evaporanti; quelle in cui precipitano i sali di calcio (se esistono), sono dette decalcificanti. Raggiunta la concentrazione di circa 300 g/l di NaCl, la salamoia viene passata nelle vasche cristallizzanti, in cui si ha precipitazione del cloruro di sodio.

Il cloruro di sodio solido depositatosi sul fondo delle vasche cristallizzanti viene quindi raccolto con macchine dette coltivatori e inviato alla fase successiva di raffinazione.

Scopo della raffinazione è l’eliminazione dei sali diversi dal cloruro di sodio. Tale eliminazione si ottiene mediante lavaggio in controcorrente con acqua quanto più pura possibile, sfruttando la maggiore solubilità dei carbonati e di altri sali, come quello di magnesio: si ottiene così un cloruro di sodio con titolo di NaCl oltre il 99,5%, che viene essiccato e commercializzato come sale marino.

Sale sulle strade per sciogliere ghiaccio e neve

Quando si sparge il sale sulla strada ghiacciata, accade questo: al di sopra del ghiaccio è sempre presente uno strato sottile di acqua che sfugge ai cristalli. Nel momento in cui aggiungiamo il sale impediamo a quest’acqua di tramutarsi poi in cristallo come accadrebbe normalmente, facendo in modo tale che sia sempre di più quello che si scioglie rispetto a quello che si forma.

Il sale che viene sparso in strada può essere di due tipi: cloruro di sodio, oppure di calcio. Il primo è normalissimo sale da cucina, da spargere sulle vie prima che si formi il ghiaccio, a scopo preventivo. Il secondo, invece, ha un effetto maggiore e viene utilizzato quando sono già presenti ghiaccio o neve.